Mantenimento figli maggiorenni.
Il figlio maggiorenne che trova un lavoro temporaneo non qualificato, ha diritto al mantinimento da parte dei genitori?
(Cass. civ., sent. n. 4102/2007) Il figlio maggiorenne che trova un lavoro temporaneo non qualificato, ha diritto al mantinimento da parte dei genitori?
(Cass. civ., sent. n. 4102/2007)
La sentenza in esame ha stabilito che in tali casi, il genitore tenuto al versamento di un assegno può solo chiedere la riduzione dell'importo. La Corte ha ribadito il principio secondo cui l’obbligo dei genitori di concorrere tra loro al mantenimento dei figli secondo le regole dell’articolo 148 Cc non cessa, “ipso facto”, con il raggiungimento della maggiore età da parte di questi ultimi, ma perdura, immutato, finché il genitore interessato alla declaratoria della cessazione dell’obbligo stesso non dia la prova che il figlio ha raggiunto l’indipendenza economica, ovvero che il mancato svolgimento di un’attività economica dipende da un atteggiamento di inerzia ovvero di rifiuto ingiustificato dello stesso, il cui accertamento non può che ispirarsi a criteri di relatività, in quanto necessariamente ancorato alle aspirazioni, al percorso scolastico, universitario e Post ‑ universitario del soggetto ed alla situazione attuale del mercato del lavoro, con specifico riguardo al settore nel quale il soggetto abbia indirizzato la propria formazione e la propria specializzazione (Cassazione 15756/06, 8221/06, 4765/02). Il mantenimento del figlio maggiorenne convivente è da escludere quando quest’ultimo, ancorché allo stato non autosufficiente economicamente, abbia in passato espletato attività lavorativa, cosi dimostrando il raggiungimento di un’adeguata capacità e determinando la cessazione del corrispondente obbligo di mantenimento da parte del genitore, atteso che non può avere rilievo il successivo abbandono dell’attività lavorativa da parte del figlio, trattandosi di una scelta che, se determina l’effetto di renderlo privo di sostentamento economico, non può far risorgere un obbligo di mantenimento i cui presupposti erano già venuti meno, ferma restando invece l’obbligazione alimentare, fondata su presupposti affatto diversi e azionabile direttamente dal figlio e non già dal genitore convivente. (Cassazione 12477/04, 26259/05).
Nella fattispecie era risultato che il figlio, diplomato ragioniere, aveva svolto per qualche tempo l'attività di apprendista muratore.
Il figlio maggiorenne che trova un lavoro temporaneo non qualificato, ha diritto al mantinimento da parte dei genitori?
(Cass. civ., sent. n. 4102/2007) Il figlio maggiorenne che trova un lavoro temporaneo non qualificato, ha diritto al mantinimento da parte dei genitori?
(Cass. civ., sent. n. 4102/2007)
La sentenza in esame ha stabilito che in tali casi, il genitore tenuto al versamento di un assegno può solo chiedere la riduzione dell'importo. La Corte ha ribadito il principio secondo cui l’obbligo dei genitori di concorrere tra loro al mantenimento dei figli secondo le regole dell’articolo 148 Cc non cessa, “ipso facto”, con il raggiungimento della maggiore età da parte di questi ultimi, ma perdura, immutato, finché il genitore interessato alla declaratoria della cessazione dell’obbligo stesso non dia la prova che il figlio ha raggiunto l’indipendenza economica, ovvero che il mancato svolgimento di un’attività economica dipende da un atteggiamento di inerzia ovvero di rifiuto ingiustificato dello stesso, il cui accertamento non può che ispirarsi a criteri di relatività, in quanto necessariamente ancorato alle aspirazioni, al percorso scolastico, universitario e Post ‑ universitario del soggetto ed alla situazione attuale del mercato del lavoro, con specifico riguardo al settore nel quale il soggetto abbia indirizzato la propria formazione e la propria specializzazione (Cassazione 15756/06, 8221/06, 4765/02). Il mantenimento del figlio maggiorenne convivente è da escludere quando quest’ultimo, ancorché allo stato non autosufficiente economicamente, abbia in passato espletato attività lavorativa, cosi dimostrando il raggiungimento di un’adeguata capacità e determinando la cessazione del corrispondente obbligo di mantenimento da parte del genitore, atteso che non può avere rilievo il successivo abbandono dell’attività lavorativa da parte del figlio, trattandosi di una scelta che, se determina l’effetto di renderlo privo di sostentamento economico, non può far risorgere un obbligo di mantenimento i cui presupposti erano già venuti meno, ferma restando invece l’obbligazione alimentare, fondata su presupposti affatto diversi e azionabile direttamente dal figlio e non già dal genitore convivente. (Cassazione 12477/04, 26259/05).
Nella fattispecie era risultato che il figlio, diplomato ragioniere, aveva svolto per qualche tempo l'attività di apprendista muratore.